In ogni numero di “Popoli e Missione”, all’interno dell’Inserto PUM, a firma della nostra collaboratrice Loredana Brigante viene pubblicato un articolo che presenta un Centro missionario diocesano (CMD). Volentieri lo rilanciamo anche sul sito di Missio, certi che possa essere un’occasione di conoscenza vicendevole e uno stimolo di confronto per tutti i Centri missionari delle varie diocesi d’Italia. Questa nuova “Finestra sulle diocesi” accompagna nel Centro missionario diocesano di Lecce, con l’intervista a Massimiliano, vicedirettore, e Marica, sua moglie.
Sono rientrati in agosto dal Benin, Massimiliano e Marica, carichi di entusiasmo e con un messaggio chiaro fin da subito: il Centro missionario della diocesi di Lecce (di cui sono stretti collaboratori) è una realtà a porte aperte: verso la Moldavia, l’Africa, le piazze, la gente. Proprio come chiede papa Francesco. Massimiliano, che è il vicedirettore del CMD, ci svela che questa ennesima esperienza estiva missionaria, stavolta, era anche il loro viaggio di nozze. «Ci siamo dati del tempo in un luogo che ha visto fiorire un amore che non avevamo compreso da subito».
E l’Africa è diventata la loro seconda famiglia, tanto che il matrimonio, celebrato il 26 aprile scorso presso i Comboniani, è stato seguito in diretta Facebook dal Benin.
«Abbiamo costruito un bel rapporto», dice Marica. «Non solo come coppia, ma come Chiesa che condivide. Un esempio fra tutti, i “nostri ragazzi”, che abbiamo conosciuto bambini ed ora, grazie al sostegno della diocesi, hanno conseguito il diploma. Sette si sono anche laureati e una ragazza inizierà un master». Si cammina insieme e, nel frattempo, si cresce, si iniziano nuovi percorsi. Loro, come sposi impegnati. Don Mazzotta come parroco. Noel come seminarista… «Ce lo ha detto ad agosto. Di religione animista, si è battezzato nel 2014, dopo averci conosciuto».
Ma la missione è anche altro, come il lavoro di animazione e formazione in diocesi: nelle scuole, nelle parrocchie, per strada o alla Veglia. «Inizia qui, nel territorio, facendo diventare fratelli e sorelle le persone», spiega Massimiliano. Così, Marica ci racconta degli ultimi otto anni in cui la chiesa di Sant’Elisabetta, nel centro storico leccese, ha ospitato diverse mostre missionarie. O della Festa dei Popoli organizzata dal compianto padre Gianni Capaccioni, «missionario comboniano che ha portato il cuore dell’Africa nel Salento».
Grazie a queste iniziative «si sono avvicinati in tanti: turisti, giovani, cittadini. È stato, inoltre, un modo per incontrare quei migranti lontani da casa e in cerca di un “porto aperto”».
Qualsiasi cosa si faccia, non si è più dei «free lance», come si definiva Massimiliano prima dell’incontro con l’Ufficio missionario. «Ti senti parte di una realtà più grande. Partire (per l’estero o per piazza Duomo) inviati dalla diocesi è dare pienezza al dono del Battesimo».