La prima cosa che viene in mente pensando alla tenerezza è un senso di commozione, un sentimento dolce, che esprimiamo con un sorriso sulle labbra oppure il luccichio negli occhi.
Testimoniare tenerezza significa essere artefici di gesti teneri, anche solo con uno sguardo, un sorriso, una parola gentile, una stretta di mano.
Può risultare molto facile essere teneri con i nostri cari, con gli amici, il/la partner. Ma riusciamo a testimoniare tenerezza anche con chi non conosciamo? Se incontro un mendicante lungo la strada, riesco a condividere con lui/lei un sorriso, un gesto di attenzione che potrebbe migliorare la giornata di quella persona?

GUSTAV KLIMT, IL BACIO
1907-1908, olio su tela, 180×180 cm, Österreichische Galerie Belvedere, Vienna.

L’ opera realizzata da Klimt tra il 1907 e il 1908 raffigura la dolcezza di un bacio tra un uomo e una donna che si abbandonano totalmente in un eterno abbraccio. Il prato colmo di fiorellini colorati ci riporta alla mente un luogo idilliaco, mentre lo sfondo oro ci immerge in un’atmosfera senza tempo. La donna è inginocchiata mentre volge indietro la testa, mostrando i dolci lineamenti del suo viso, mentre l’uomo in piedi tiene teneramente tra le mani il suo volto, accarezzandolo e baciando la sua guancia. Le due figure abbracciate appaiono unite in una sola persona, ma allo stesso tempo si distinguono in alcuni aspetti contrastanti. La prima caratteristica riguarda la decorazione delle ampie vesti che celano i corpi dei due innamorati: quello dell’uomo si distingue per una decorazione geometrica mentre quello della donna è ornato da elementi circolari. La seconda caratteristica riguarda le due diverse corporature: da una parte il corpo della donna è esile con mani affusolate, dall’altra il corpo dell’uomo è possente con mani nodose. Nonostante la loro diversità, le due figure corrispondono armonicamente divenendo una sola cosa e contemporaneamente mantenendo la propria unicità, segno che l’amore tenero che si prende cura dell’altro supera ogni distinzione.

FRANCO BATTIATO: LA CURA 

Il significato di La cura di Battiato è stato interpretato in diversi modi ma la sua potenza è quella di parlare a tutti di una forza estrema come l’amore che si nasconde sia nelle piccole attenzioni di ogni giorno – “Ti solleverò dai dolori e dai tuoi sbalzi d’umore” – sia nei gesti “folli” che si è disposti a fare per amore –“Supererò le correnti gravitazionali, lo spazio e la luce per non farti invecchiare”. In fondo, il significato di La cura di Battiato è proprio la volontà di accudire, di prendersi cura della persona amata: “perché sei un essere speciale, ed io, avrò cura di te”.

Giulia e Nathaly, di anni 13 e 16, ascoltando la canzone di Battiato dicono che: “Questa canzone ci permette di vedere l’amore verso gli altri come la forza motrice di tutto. Il prendersi cura ci permette anche di testimoniare quello che è l’amore, mettersi al servizio dell’altro. Nella canzone, quasi rivediamo tutti quei testimoni di fede che non hanno esitato a prendersi cura dell’altro anche mettendo a rischio la propria vita o perdendola pur di amare.” 

CHIARA LUBICH
Nata a Trento il 22 gennaio 1920, fu la fondatrice del Movimento dei Focolari, riconosciuto dalla Chiesa nel 1962 con il nome ufficiale di Opera di Maria, diffuso oggi in oltre 180 Paesi e con oltre 2 milioni di aderenti. All’anagrafe Silvia, al momento della consacrazione a Dio (1943), volle prendere il nome di Chiara, per il legame che sentiva con santa Chiara d’Assisi. Era maestra delle scuole elementari e studentessa di filosofia a Venezia. Si avvicinò molto a Dio durante la seconda guerra mondiale capendo che solo Dio, che è amore resta. Il suo grande sogno era quello di vedere realizzato un mondo più unito, dove tutti si riscoprono fratelli, appartenenti alla famiglia dei figli di Dio, uniti dall’amore. Chiara scelse Dio come suo unico ideale e sosteneva: “Non ho mai fatto programmi. Lo spartito è in cielo, noi cerchiamo di suonare quella musica in terra».
Chiara Lubich morì a Rocca di Papa il 14 marzo 2008. Il 27 gennaio 2015 l’apertura della causa di beatificazione. Una preghiera riassume il suo insegnamento e racchiude la sua eredità spirituale: – Vorrei che l’Opera di Maria, alla fine dei tempi, quando, compatta, sarà in attesa di apparire davanti a Gesù abbandonato-risorto, possa ripetergli: “Quel giorno, mio Dio, io verrò verso di te… con il mio sogno più folle: portarti il mondo fra le braccia”. Padre, che tutti siano uno! –

FODY – ECO SOCIAL FABRICS
FODY è un’azienda solidale nata con l’obiettivo di ridurre l’inquinamento attraverso il riciclo di scarti tessili del territorio, che vengono trasformati in coperte salvavita da donare a persone e animali in difficoltà in tutta Italia. Offre alle aziende produttrici di tessuti, un metodo innovativo di smaltimento, a vantaggio dell’ambiente e dell’essere umano. Lavorano per Fody oltre 1000 persone con disabilità, permettendo loro una buonissima inclusione sociale e professionale. L’obiettivo di Fody Fabrics è di donare 1 Milione di coperte salvavita entro il 2030 riciclando oltre 1000 Tonnellate di scarti tessili.

Per conoscere meglio FODY visita il sito

Dal Vangelo di Giovanni 11, 1-6,11,17,32-36
Era allora malato un certo Lazzaro di Betània, il villaggio di Maria e di Marta sua sorella. Maria era quella che aveva cosparso di olio profumato il Signore e gli aveva asciugato i piedi con i suoi capelli; suo fratello Lazzaro era malato. Le sorelle mandarono dunque a dirgli: «Signore, ecco, il tuo amico è malato».
All’udire questo, Gesù disse: «Questa malattia non è per la morte, ma per la gloria di Dio, perché per essa il Figlio di Dio venga glorificato». Gesù voleva molto bene a Marta, a sua sorella e a Lazzaro. Quand’ebbe dunque sentito che era malato, si trattenne due giorni nel luogo dove si trovava.
«Il nostro amico Lazzaro s’è addormentato; ma io vado a svegliarlo». Venne dunque Gesù e trovò Lazzaro che era già da quattro giorni nel sepolcro.
Maria, dunque, quando giunse dov’era Gesù, vistolo si gettò ai suoi piedi dicendo: «Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto!». Gesù allora quando la vide piangere e piangere anche i Giudei che erano venuti con lei, si commosse profondamente, si turbò e disse: «Dove l’avete posto?». Gli dissero: «Signore, vieni a vedere!». Gesù scoppiò in pianto. Dissero allora i Giudei: «Vedi come lo amava!».

 

PREGHIERA:  Madre della Tenerezza, Signora di Misericordia
(composta in occasione del 50° della Parrocchia di San Giovanni Battista alla Creta di Milano)

Madre di Dio e madre di ogni uomo,
Madre di Gesù e madre nostra,
noi t’invitiamo con devozione e con gioia
nella nostra parrocchia e nella nostra casa,
come ospite e come sorella,
come signora e come regina.

Guarda tutti noi con affetto materno
e donaci il Salvatore del mondo,
la tenerezza di Dio che ha preso corpo in te.

Custodisci ogni bambino, ogni nuovo figlio
che viene al mondo tra noi:
prenditi cura di lui
come hai fatto con Gesù.

Vegli sui nostri ragazzi e sui nostri giovani
che stanno crescendo in questo quartiere:
aiutali a scoprire, nella verità che rende liberi,
il vero senso da dare alla vita.

Custodisci ogni coppia, ogni nuova famiglia
che inizia ad esistere accanto a noi:
aiutala a costruire con pazienza ed entusiasmo
gesti e parole di autentico amore.

Veglia su ogni uomo, su ogni donna
che incontrerà il tuo volto in questa icona:
dona vigore alle fatiche di ogni giorno
e incoraggia ogni loro buon proposito.

Custodisci chi è più anziano tra noi
e chi è malato nel corpo e nello spirito:
offri con la tua tenerezza
il potente farmaco che guarisce e che consola.

Veglia l’ultimo istante di chi tra noi
compie l’ultimo viaggio, quello verso il Cielo:
accompagnalo, tenendolo per mano, nell’ora della morte
e accanto a te trovi in Dio la sua pace.

Ascolta oggi ogni nostra segreta preghiera
che verremo a fare davanti a te,
sostando davanti a questa tua sacra immagine:
raccogli nelle tue mani
i nostri desideri e i nostri sogni,
le nostre necessità e le nostre occupazioni,
le nostre suppliche e le nostre promesse.
E consegna tutto a Gesù,
il Figlio di Dio che stringi fra le tue braccia.

O maestra di vita e dolcissima madre,
difesa sicura in ogni pericolo
e nostra confidente amica,
prega per noi e per tutti,
adesso e sempre. Amen.

FOCUS GIUBILEO: Consulta il Sussidio “Pellegrini di speranza” nella sezione ABBRACCIO

Abbracci gratis: Offri abbracci a chiunque ne abbia bisogno. Può sembrare semplice, ma la tenerezza di un abbraccio può fare la differenza nella giornata di qualcuno. Organizza un evento dove le persone possono scambiarsi abbracci gratuiti, creando un’atmosfera di calore e connessione. Non sottovalutare il potere di un gesto affettuoso: è un modo tangibile per diffondere amore e positività intorno a te.

Sii più gentile: Prova a essere più gentile, anche nelle piccole azioni quotidiane. Un sorriso, un complimento o un gesto di aiuto possono trasformare la tua settimana e quella di chi ti circonda. Noterai come la gentilezza possa creare un effetto a catena, migliorando l’umore di chi ti sta attorno e facendo emergere il meglio di te stesso. Inizia oggi: scegli un gesto gentile e osserva come questo possa cambiare la tua giornata e quella degli altri.

Ricorda, ogni piccolo atto di tenerezza e gentilezza è un passo verso un mondo migliore. Diffondi abbracci e sorrisi: la tua passione per la tenerezza può contagiare molti e trasformare la realtà che ti circonda.