Il primo giugno 2024 ricorre il 135esimo anniversario della fondazione dell’Opera di San Pietro Apostolo.

Un’Opera ultracentenaria, ma di un’attualità incredibile. Sì, perché grazie all’azione di sostegno ai seminaristi in terra di missione per i loro studi verso il sacerdozio, la Pospa assicura alle giovani Chiese sorelle la possibilità di contare su un clero locale che altrimenti non potrebbe esistere.

Spesso, infatti, nei Paesi più poveri i giovani che vorrebbero scegliere la strada del sacerdozio non hanno disponibilità economica per farlo: solo con i contributi assicurati dalla Pospa ai vari Seminari, possono intraprendere il cammino di formazione e portarlo a termine.

Lo testimonia, per esempio, la situazione del Burundi, dove negli ultimi anni la Chiesa cattolica locale ha visto aumentare il numero di vocazioni al sacerdozio. «Tuttavia – si legge in un lancio dell’Agenzia Fides (clicca qui per approfondire) – a causa della difficile situazione economica nella quale verte il Paese, i quattro Seminari maggiori presenti nelle otto diocesi cattoliche non riescono a soddisfare le richieste di tutti i candidati che ogni anno chiedono accoglienza. Ne consegue la recente decisione di fissare a 13 il numero degli iscritti per ogni Seminario».

Anche dall’India, e precisamente dallo Stato del Bengala, arriva una testimonianza simile: a parlare è padre George Panthanmackel, rettore del Seminario di Barrackpore, in visita alla sede della Fondazione Missio qualche mese fa. Descriveva così la situazione dei seminaristi: «I nostri studenti arrivano da sette diverse diocesi e sono in tutto oltre duecento. Le vocazioni stanno aumentando in alcuni Stati indiani, soprattutto in quello del Bengala. Ma il nostro Seminario è completo, cioè non abbiamo più posti disponibili. Voglio ringraziarvi per il prezioso sostegno che date come Pospa».

Fu proprio per sostenere i seminaristi che nacque l’idea della fondazione dell’Opera di San Pietro Apostolo.

Ad avere l’intuizione furono le signore Bigard (Jeanne e sua madre), francesi, sollecitate da una lettera scritta il 1° giugno 1889 da monsignor Jules-Alphonse Cousin, vicario apostolico del Giappone meridionale dal 1855, poi vescovo di Nagasaki dal 1891. Fu lui a trovarsi costretto a rimandare a casa dei giovani giapponesi con chiari segni di vocazione sacerdotale, perché non aveva le risorse per farli studiare. Mortificato per la risposta data agli aspiranti seminaristi e indirizzato da una benefattrice, scrisse alle signore Bigard: da questa lettera nacque l’idea dell’Opera.

Erano gli ultimi anni dell’Ottocento, ma da allora l’Opera di San Pietro Apostolo – grazie ai tanti benefattori che la sostengono – aiuta i seminaristi delle giovani Chiese, quando manca l’essenziale per vivere.

Oggi oltre 70mila studenti in Africa, America Latina, Asia e Oceania hanno chi li sostiene sia nella cooperazione spirituale che in quella materiale. Aderire a questa rete vuol dire aiutare i giovani delle missioni a diventare sacerdoti e a mettersi a servizio della propria gente con l’annuncio del Vangelo e la testimonianza della carità.

Per saperne di più (anche su come contribuire), clicca qui.