E’ cominciato il Tempo di Pasqua, periodo di 50 giorni che va dal giorno della Risurrezione di Gesù alla Pentecoste. Questo periodo può essere un’ottima palestra per imparare a mettersi nei panni degli altri.
Come? Non c’è una ricetta da seguire alla lettera. Ma Gesù, nel Vangelo di Matteo, suggerisce alcune azioni: dare da mangiare a chi ha fame, dare da bere a chi ha sete, ospitare chi è lontano da casa, vestire chi è nudo, visitare i malati, andare a trovare i carcerati.
Nelle pagine del numero di aprile de “Il Ponte d’Oro”, ecco qualche storia di chi lo ha fatto, cioè di chi si è messo “nei panni degli altri” di fronte a queste situazioni: tutti esempi da cui imparare.
Ma le pagine della rivista per ragazzi edita dalla Fondazione Missio invitano anche a mettersi nei panni dei musulmani che il 10 aprile festeggiano la fine del Ramadan: come noi cristiani siamo felici quando riceviamo gli auguri per la festa di Pasqua o di Natale, così lo saranno anche i musulmani se riceveranno i nostri auguri per una loro importante ricorrenza. Perché – come ricorda Kizito nell’editoriale – le «persone che credono in Dio (di qualunque fede: cristiani, musulmani o di altre religioni) dovrebbero sentirsi davvero coinvolti nelle pratiche, nelle preghiere, nei momenti comunitari, nelle feste delle altre religioni».
C’è tanto altro nel numero di aprile: anche un’attenzione particolare alla preservazione del Creato. Ecco la storia di Melati e Isabel Wijsen, due sorelle nate nel 2001 e 2003 in Indonesia, che nel 2013 hanno iniziato una guerra ai sacchetti di plastica, lanciando l’iniziativa Bye Bye Plastic Bags. All’epoca avevano solo 12 e 10 anni ma non mancavano certo di energia, fantasia e voglia di migliorare il mondo.
Il “Viaggio in…” un Paese del Sud del mondo accompagna in canoa tra le isole della Papua Nuova Guinea, dove i missionari hanno bisogno di imbarcazioni per andare tra la popolazione indigena, per lo più povera e dispersa in luoghi lontani.
Tra le altre rubriche segnaliamo l’intervista a suor Expedita Pérez Leon, missionaria Comboniana, che ha vissuto molti anni in Sudan, Egitto, Turchia, Israele e Palestina, spesso a fianco di persone in fuga dalla propria terra, perché in pericolo di vita. Intervistata per capirne di più sui profughi, racconta di chi scappa da situazioni a rischio nei propri luoghi d’origine e approda in altri Paesi alla ricerca di sicurezza e libertà.
Questo e tanto altro sul numero di aprile.
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