Ricorre oggi – martedì 9 gennaio – la memoria liturgica della beata Pauline Jaricot (1799-1862), beatificata il 22 maggio 2022 a Lione, sua città natale, alla presenza di 125 direttori nazionali delle Pontificie Opere Missionarie (POM).
Fondatrice dell’Opera della Propagazione della Fede, la sua figura non è molto nota nella Chiesa italiana sebbene ricopra un ruolo importante nella missione universale.
La forza di questa donna, laica, nata in una famiglia borghese e profondamente cattolica, non è solo quella di aver coinvolto tutta la Chiesa nella cooperazione missionaria. E’ anche quella di aver sottolineato con forza che l’opera missionaria non trae la sua efficacia dalle risorse umane, ma solo da Dio.
Per tradurre nei fatti una tale intuizione, Pauline Jaricot, a soli 27 anni, inventa il movimento del “Rosario Vivente”: gruppi di persone a cui ogni mese, dopo una celebrazione eucaristica, veniva affidato un Mistero del Rosario da pregare per le missioni.
Della biografia di questa donna si ricordano pochi episodi. Ma entrando nelle pieghe della sua vita, ecco un’adolescenza vissuta nella ricchezza e incentrata su mondanità ed eleganza; una conversione radicale a seguito di una riflessione sulla vanità pronunciata da un sacerdote nella chiesa di Saint Nizier, luogo dove oggi riposano le sue spoglie; il fervore e la passione sconsiderata nell’impegno per rendere concreto il sostegno a tutti i missionari; la rinuncia ai propri averi, pur di poter aprire una fabbrica in cui impiegare operai dediti al lavoro e alla preghiera, secondo un nuovo modello di evangelizzazione della classe lavorativa; il ritrovarsi – negli ultimi anni della sua vita – nella totale povertà e solitudine, abbandonata da tutti, meno che dal suo Signore Gesù.
Di recente un articolo su Le Figaro ha evidenziato un enigma relativo al cuore della beata: dal 1862 a oggi pare che non abbia conosciuto lo scorrere del tempo, risultando in uno stato di perfetta conservazione. La reliquia è diventata motivo di devozione ed è stata anche oggetto di perizia di biologia molecolare che, sorprendentemente, non ha saputo smentire l’eccezionalità del prodigio. Il suo cuore incorrotto è oggi custodito in un apposito reliquiario.
La passione di molti fedeli verso questa figura è dimostrata anche dal successo di un musical intitolato “Pauline: il coraggio cambia il mondo” che ha girato i teatri austriaci e della Baviera. Prodotto dalla collaborazione tra Missio Austria, la direzione delle Pontificie Opere Missionarie austriache, e l’associazione KISI – God’s Singing Kids (www.kisi.at), questo musical è nato con l’obiettivo di suscitare negli spettatori interesse e simpatia per le opere apostoliche, offrendo anche la possibilità di sostenere progetti specifici.
«A tenere incollati per oltre 90 minuti i 9mila spettatori che hanno visto questo spettacolo – riporta l’Agenzia Fides – concorrono anche musiche di alto livello, coreografie coinvolgenti e tecnologie professionali avanzate che con colori e luci d’effetto offrono un’esperienza in cui le tecniche dell’intrattenimento musicale comunicano contenuti suggestivi, in grado di interpellare e coinvolgere gli spettatori grandi e piccoli e suscitare in loro domande esistenziali e spirituali».
Tra coloro che hanno visto ed apprezzato il musical, c’è anche Mayline Tran, la ragazza che all’età di tre anni e mezzo ha avuto il dono di una guarigione miracolosa attribuita all’intercessione della venerabile Jaricot (vedi Agenzia Fides 22/05/2022).
Pauline Jaricot continua ad essere un esempio di fede per tutti: ha vissuto un’esistenza non facile, ma con il suo impegno e la sua dedizione ha contagiato milioni di persone e ha dato vita ad un grande movimento missionario.