Don Valerio Bersano, segretario nazionale di Missio Adulti&Famiglie, ogni mese commenta l’intenzione di preghiera proposta da papa Francesco tramite l’Apostolato della Preghiera, Opera e Fondazione pontificia. La riflessione di don Bersano viene pubblicata in una pagina ad hoc sul mensile “Popoli e Missione”. Volentieri la riportiamo anche qui.
«Preghiamo perché le persone con disabilità siano al centro dell’attenzione della società, e le istituzioni promuovano programmi di inclusione che valorizzino la loro partecipazione attiva».
Sarebbe interessante sapere qual è il centro dell’attenzione della società in cui viviamo: è solo il benessere economico? È la libertà di pensiero e d’espressione? È la possibilità di creare e mantenere i propri affetti? Ognuno può valutare come rispondere a queste grandi attese e domande. Se invece avessimo a che fare, noi o qualcuno dei nostri cari, con una menomazione, un limite fisico, una barriera comunicativa, che ci impedisce di vivere in totale autonomia, come risponderemmo? Tutto questo condizionerebbe pesantemente i nostri progetti, i rapporti con i familiari e con la società stessa.
Sul piano scientifico (OMS-ICF) e sul piano culturale e giuridico (Convenzione Onu) è stato eliminato dal lessico degli operatori il termine “handicap”, preferendo il termine “disabilità”, indicata come una condizione di vita determinata dal rapporto tra la persona e il suo ambiente. Se la situazione di vita è caratterizzata da un funzionamento condizionato da menomazioni o patologie e l’ambiente risulta sfavorevole a tale funzionamento, si genera la disabilità, cioè uno svantaggio, spesso una ingiustificata discriminazione, per carenza di pari opportunità. È responsabilità di tutti impegnarsi per rimuovere ciò che impedisce il realizzare le opportunità di ciascuno, perché – questo è lo stimolo più interessante da considerare – non debbano più esserci disabili nel senso di “persone discriminate”, ma “persone che aiutano a sollevare e apprezzare ogni vita”. Lo esige la convivenza umana, il senso civico e la norma che coinvolge tutti, in modo particolare le istituzioni.
La legge n. 328/00 (“Legge quadro per la realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali”) prevede che, affinché si ottenga in pieno l’integrazione scolastica, lavorativa, sociale e familiare della persona con disabilità, i singoli interventi prevedano un progetto individuale per il superamento di condizioni di povertà del nucleo familiare. Questo impegno richiede la maturità di ognuno, perché sia avvertita la situazione di difficoltà e si ponga il massimo impegno da parte dell’ambiente circostante, perché ogni persona è il bene più grande della società (lo ricorda peraltro la Dottrina sociale della Chiesa) ed ogni società è rappresentata da ogni persona.