Un diritto che per molti bambini del mondo è ancora un traguardo da raggiungere: “Scuola e libertà a caro prezzo” è lo strillo di copertina del numero di febbraio di “Popoli e Missione” che dedica un dossier speciale all’istruzione nei Paesi del Sud del mondo, dove molti religiosi e religiose lavorano sulla frontiera della formazione umana a 360 gradi. Veicolo di valori e modelli di società, tra rispetto delle tradizioni locali e aperture a nuove esigenze formative, la scuola è il laboratorio in cui i giovani possono apprendere e scoprire vocazioni e interessi per il loro futuro.
Lo testimoniano padre Peku Peku da Morogoro in Tanzania, dove ha aperto da decenni una scuola secondaria rivoluzionaria, la Auto liberation for Africa, più conosciuta con l’acronimo Alfa, frequentata da migliaia di studenti. Nella periferia di Manaus nello Stato brasiliano di Amazonas, suor Liliana Daou Lindoso, salesiana, si occupa della casa Mamae Margarida che aiuta bambine in condizioni di fragilità a trovare nello studio la speranza e la concretezza del Vangelo. Suor Paola Letizia Pieraccioni, Francescana alcantarina, racconta l’impegno dell’Ecole catholique associée di Bodo, nella diocesi di Doba in Ciad; infine da Hong Kong suor Marinei Pessanha Alves, Missionaria dell’Immacolata, apre le porte del Pope Paul VI College, frequentato da 700 studentesse, solo in minoranza cattoliche.
Apre le pagine di attualità di questo numero un servizio dall’America Latina in cui si passano in rassegna le zone e i luoghi col più alto tasso di inquinamento del continente. Sono le cosiddette “zone di sacrificio” in Paesi come Cile, Perù, Argentina e Paraguay, in cui la popolazione è esposta a gravi rischi per la salute a causa dei combustibili fossili e dei gas inquinanti prodotti dalle industrie petrolchimiche e dalle miniere.
Una approfondita analisi sulla situazione del Ruanda evidenzia come oggi il Paese rappresenti il nuovo miracolo, non solo economico, africano. Infatti dopo gli anni della guerra, la ricostruzione, la riconversione industriale e la modernizzazione lo hanno reso un Paese fiorente. Eppure da anni il presidente Paul Kagame, di etnia tutsi, sostiene e appoggia il movimento M23 che occupa con violenza inaudita le terre dell’Est del Congo. Il viaggio del papa nella RDC ha riacceso una luce su questa realtà.
Dalla Turchia, una intervista esclusiva a monsignor Paolo Bizzeti, vescovo di Anatolia, racconta la vita della minoranza cristiana nel Paese dove vige libertà di culto ma la Chiesa cattolica non ha personalità giuridica. Alle problematiche legate alla politica interna si unisce l’incognita per il futuro della guerra russa in Ucraina, con la mediazione di Erdogan.
Un gruppo di donne fuggite in Italia dall’Afghanistan dei Talebani raccontano le persecuzioni e la vita sotto un regime durissimo che impone gravissime limitazioni dei diritti civili in una situazione che si avvicina alla realtà dell’Iran degli ayatollah, come spiega Maria Grazia Mazzola, fondatrice della “Rete umanitaria della società civile” che insieme a diverse associazioni e ai “Salesiani per il Sociale” e alla Federazione delle Chiese Cristiane Evangeliche Battiste sta seguendo alcune famiglie di rifugiati afghani in Italia.
Infine segnaliamo il ricordo di papa Benedetto XVI e la traccia che ci ha lasciato con i suoi scritti. La sua morte ha avuto grande rilievo anche nella stampa africana e internazionale per la grande autorevolezza e l’apertura del suo magistero al dialogo.