La cooperazione allo sviluppo internazionale è il cuore dell’impegno messo in atto da operatori e volontari impegnati in programmi che trasformano la grammatica dei diritti in pratica quotidiana. A loro è dedicata la copertina del numero di dicembre di “Popoli e Missione”, con un bel primo piano di Josefina Domingas José Cappellaro della Ong Cope, vincitrice del XXIX Premio del Volontariato Internazionale Focsiv, la Federazione degli Organismi Cristiani di Servizio Internazionale Volontariato che ha appena festeggiato i 50 anni di vita. Ai “frutti del grande albero della cooperazione” la rivista dedica un servizio in cui si ripercorre l’arco di storia che dalla stagione post conciliare arriva alla realtà di oggi che vede coinvolte 90 Ong, presenti in più di 80 Paesi del mondo con oltre 28mila volontari internazionali che, in questi cinque decenni, hanno offerto alle popolazioni più vulnerabili il proprio supporto umano. Sempre cercando di essere, come ha sottolineato Ivana Borsotto, presidente Focsiv, «quel granello di senape che produce speranza evangelica».
Di impegno e speranza ha sempre più bisogno il mondo per costruire (là dove manca) e rispettare (dove c’è, anche se a volte solo sulla carta) la “democrazia, radice della pace” come titola l’editoriale del direttore Gianni Borsa, che scrive: «La presente fase storica vede il moltiplicarsi di situazioni in cui il “governo del popolo” viene scavalcato in chiave di populismo, nazionalismo, persino di “democrazia illiberale”. Ciò vale sia nell’Europa patria della democrazia, sia negli altri continenti dove spesso non resta neppure una parvenza di bilanciamento tra i poteri e di governo al servizio dei cittadini… Ci sono risposte possibili a questo evidente recesso democratico?».
Le risposte vengono dal dossier che approfondisce diverse situazioni internazionali in cui è più forte la pressione dei regimi autoritari, dall’Iran a Hong Kong, dalla Tunisia al Congo. Attraverso la voce di protagonisti, missionari, osservatori internazionali emerge come la società civile chieda democrazia, libertà e giustizia. Introduce il dossier l’intervista a Jean-Léonard Touadi che spiega perché è così importante stare dalla parte dei popoli, in regioni e Paesi attraversati da sommovimenti dal basso per la democrazia e la giustizia, «espressione di una globalizzazione sana. Nelle Afriche, e non solo, sistemi politici formalmente democratici (solo per la presenza delle elezioni) sono fondamentalmente autoritari. E le proteste popolari sono solo un segnale delle società che chiedono il cambiamento di rotta». Ne è esempio anche la Bielorussia di Lukashenko, l’Iran delle rivolte dopo la tragica morte di Masha Amini, raccontate da una iraniana in Italia; la regione ad amministrazione speciale di Hong Kong nel difficile rapporto con la Cina, raccontato da padre Gianni Criveller, missionario del Pime in Asia da molti anni.
Nelle pagine di “Popoli e Missione” troviamo un servizio di apertura sulla minaccia nucleare nel mondo: “Risiko dell’escalation bellica” o risorsa energetica da riesaminare come alternativa al gas e al petrolio? Il dubbio apre scenari inquietanti, per la minaccia estrema tra potenze duellanti per spaventare l’avversario.
Dal Brasile un reportage sul Paese verde-oro che ha appena rieletto Lula per il terzo mandato presidenziale. Con alcune enormi sfide da affrontare nel dopo-Bolsonaro: lo spregiudicato sfruttamento della Foresta amazzonica e l’enorme massa di poveri in rapporto all’élite dei ricchi.
“Il Burkina Faso tra anarchia, armi e interessi russi” è un servizio che ci riporta ai problemi del continente africano, mentre la testimonianza di suor Rosanna Favero delle Ancelle missionarie del SS. Sacramento, ci aggiorna sulla situazione di alcune regioni del Myanmar dopo il colpo di Stato dei militari.
Dal Cum di Verona, il resoconto dei corsi autunnali per operatori pastorali stranieri che lavorano in Italia, con particolare attenzione alla lettera scritta dai partecipanti alla Chiesa italiana impegnata nel Cammino sinodale.
Da segnalare il progetto presentato alle Pontificie Opere Missionarie internazionali e arrivato alla direzione nazionale italiana delle POM, ovvero alla Fondazione Missio, per finanziare il rinnovamento della biblioteca del Seminario maggiore St. Thomas Aquinas di Nairobi, in Kenya.