«I missionari ? Sono una delle realtà migliori del nostro Paese, perché sono gente che ci aiuta a capire il valore della vita. Un valore che si comprende uscendo non chiudendosi. Voglio ricordare le ultime due donne uccise, Luisa ad Haiti, Maria in Mozambico.
La loro storia, il loro amore, sono davvero una lezione per tutti e per la Chiesa perché aiutano a capire che cosa significa spendere la propria vita per il Vangelo». Così il cardinale Matteo Zuppi, presidente Cei, in un breve incontro con la stampa ai margini degli eventi che animano il programma di questa mattina del Festival della Missione di Milano.
Parla di una Chiesa in cammino, capace di rimettersi sempre in viaggio, senza personalismi ma facendo sempre tesoro dell’eredità del Concilio e ricordando che quando si parla di missione «l’orizzonte si fa più grande, la missione è dialogo con le culture e le Chiese. Quando invece il quadro si restringe emergono ragioni, sconfitte, rivincite – ha detto ancora il cardinale -. Per questo bisogna seguire l’indicazione di papa Francesco di uscire, di “andare” perché ci fa confrontare con i problemi veri, non quelli che ci creiamo o pensiamo di vedere vivendo in una dimensione di chiusura».
Il cardinale Zuppi ha sottolineato la necessità del dialogo nei tanti contesti attuali: «Tutti dobbiamo essere consapevoli delle possibilità che abbiamo e di guardare al futuro, a quello che può nascere. Nell’introduzione al Consiglio permanente Cei si è parlato dei tanti inverni che stiamo vivendo, dalla natalità, all’economia, con tante difficoltà, ecc. Dobbiamo far fiorire la speranza perché siamo cristiani e un cristiano lo si vede nelle difficoltà. I cristiani seguono Colui che le difficoltà non le ha evitate, ma le ha affrontate. Dobbiamo affrontare con speranza questi inverni. Nell’inverno dobbiamo credere e cercare la primavera».