Matteo ha 32 anni e vive a Serracapriola, in provincia di Foggia. Ci racconta delle due esperienze missionarie che ha vissuto.
L’esperienza più forte dice di averla vissuta in Albania nel 2012 quando ha deciso di partire per la prima volta. Racconta che l’Albania, pur essendo un Paese molto vicino all’Italia, è caratterizzata da una povertà che lo ha sconvolto.
Ha svolto il suo servizio missionario in un piccolo paese, Shenkoll, dove faceva animazione per i più piccoli. Tra la popolazione avvertiva una fede molto radicata, pur essendo l’Albania reduce dalla dittatura che aveva soppresso ogni forma di clero, grazie alle donne più anziane che avevano tramandato il loro credo di nascosto. Quest’avventura così forte per lui, ha cambiato per sempre il suo sguardo verso la fede, tanto sentita da intraprendere un cammino che, circa un anno dopo, lo ha portato in Benin dove la sua diocesi di appartenenza ha una cooperazione missionaria.
“Non è stato un viaggio fisico” – racconta Matteo; per la prima volta ha iniziato un viaggio fuori da se stesso. Ho provato addirittura il rifiuto di Dio perché di fronte a tanta povertà nel mondo non puoi restare indifferente”. Per lui però è bastato vedere la gioia del popolo nella veglia di Natale per riaccendere la fiamma ardente della fede”.
La felicità di un villaggio poverissimo nel lodare la nascita di Gesù, ha riempito i suoi occhi di una nuova luce. Da ogni persona che ha incontrato ha potuto apprendere la vera condivisione, persino quando due bambini hanno diviso l’ultima caramella del pacchetto dimostrando così che anche il povero sa condividere il suo niente.
Racconta che il ricordo più impresso nella sua mente è lo sguardo della gente; quegli occhi così profondi erano capaci di interrogarlo e metterlo a nudo. Erano sguardi che gridavano silenzio, e tutto il chiasso del silenzio dell’Africa ha posto in lui mille interrogativi. Ad alcuni di questi non riesce ancora a dare una risposta, ma oggi continua il suo cammino di ricerca vivendo la sua missione nelle carceri, da quattro anni.
Alla banalissima domanda “Matteo, ma in Africa fa caldo?” lui risponde sempre “L’Africa non è calda, ma riscalda il cuore”.
Milena racconta Matteo, Benin